A Torino migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione contro il Green Pass e l’obbligo di vaccinazione (che in realtà il nuovo decreto non contempla).
A Torino è andata in scena una mxi manifestazione contro il Green Pass. Il No paura Day era un evento organizzato da giorni e che è scattato dopo che il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato i contenuti del nuovo decreto contro il Covid. La polemica riguarda soprattutto l’estensione all’uso del Green Pass, che diventa uno strumento indispensabile. E per molti diventa un obbligo di vaccinazione nascosto.
No Paura Day, a Torino manifestazione contro il Green Pass
Migliaia di persone hanno manifestato nella centralissima Piazza Castello. I manifestanti hanno intonato slogan e cori contro il Green Pass e contro l’obbligo di vaccinazione. Le parole usate sono quelle ormai note e che comunque circolano sulla rete ormai da ore: dittatura sanitaria, dittatura allo stato puro, obbligo di vaccinazione. Anche il Commissario all’emergenza Figliuolo è stato contestato dai manifesti di piazza Castello.
L’esempio della Francia: vaccini e proteste
Il governo evidentemente aveva messo in preventivo una reazione da parte delle piazze. In Francia la stretta sul Green Pass ha avuto un doppio effetto: da una parte un’accelerazione nella campagna di vaccinazione, dall’altra una serie di manifestazioni contro il governo e contro Macron. In Italia la situazione dovrebbe essere più o meno la stessa. Molti degli indecisi saranno convinti a vaccinarsi, i contrari protesteranno in maniera ancora più evidente contro quello che considerano un obbligo e una restrizione delle libertà personali.
La polemica divide il mondo della politica: la Lega ‘sorpresa’ dal decreto
E se nelle piazze si protesta, nel mondo della politica si discute. La Lega non si aspettava una stretta di questa portata e sarebbe rimasta addirittura sorpresa dalla decisione finale alla quale è arrivato Draghi mettendo la firma sul provvedimento. Protesta – e non sorprende – anche Giorgia Meloni, leader di quello che a tutti gli effetti è l’unico partito di opposizione.